attimi di ordinaria follia

ho sclerato. Non mi piace quando succede, non piace a nessuno. Però forse così adesso ho messo il punto alla passività. Non ce la facevo più a seguire una routine pure in vacanza. E ho dovuto rompere il silenzio della stasi con un grido e tanto pianto, per riappropriarmi finalmente di me stessa.Non mi avrò ancora abbastanza ma adesso, guardandomi da fuori, ho visto come vorrei passare questi prossimi giorni di vacanza: seduta con le gambe incrociate a scrivere, i capelli raccolti, una vecchia canotta e al massimo le pause per i pasti. Non voglio preoccuparmi di cosa indossare o come acconciare i capelli, non voglio dover sorridere per circostanza. Voglio, per quanto possibile, sentirmi più libera e vera. E non è proprio questo il senso profondo della libertà? Poter essere veri fini in fondo, veramente se stessi. Verità e libertà sono due caratteristiche dei folli, tra l’altro, è ciò che gli invidiamo: la possibilità di dire la verità e di non farsi incatenare da essa, il vivere in piena libertà sebbene il pazzo non è libero se non si assume delle responsabilità.

Ho bisogno, come tutti secondo me, di una pausa di follia.

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forse non lo so fare bene, ma non posso fare a meno di farlo: scrivere. quando scrivo tutto è possibile e così placo le mie manie di onnipotenza, quando scrivo tutto è più chiaro e così digerisco meglio il buio dentro me, quando scrivo, stranamente, riesco anche ad amarmi.
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